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Terremoto in Emilia: una settimana dopo

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Nove giorni sono passati da quel tragico 20 maggio 2012.
Nove giorni di paura per nuove scosse, ma anche di coraggio per ricominciare.
Da tutto il mondo sono arrivati messaggi di solidarietà e proposte di aiuto, ma com'è davvero la situazione?

I danni superano il miliardo di euro. Botti secolari di aceto balsamico sono andate distrutte. Le fabbriche sono cadute come castelli di carta e i campi di grano sono pieni di crepe.
Stanno iniziando ad arrivare i primi soldi per le persone più bisognose, c'è chi mette a disposizione il proprio tempo libero come volontario (un ragazzo è arrivato persino dalla Repubblica Ceca) e c'è chi lavora gratuitamente per donare un futuro a chi lo vede incerto.

C'è chi sistema i tetti in cambio di un bacio sulla guancia, chi offre nei propri uffici una postazione internet per chi non ha più un locale e chi aiuta concretamente a ricostruire.
Ma purtroppo non è tutto rose e fiori. Nelle tendopoli non c'è posto per tutti e spesso le culture diverse che si ritrovano a convivere insieme non vanno molto d'accordo. La situazione è critica per tutti, l'importante è affrontarla con tolleranza e pazienza.

Passerà anche questa, noi emiliani lo sappiamo.
Siamo cresciuti convinti che qui non sarebbero mai venuti terremoti così forti, ma ora che ci siamo ripresi dallo shock siamo pronti per ricominciare.

 

Trema finché vuoi. Potrai spezzare la nostra terra, ma non il nostro coraggio.

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